La notizia del matrimonio a sorpresa tra Paola Turci e Francesca Pascale ha fatto luce su un dato.
Il fatto che le nozze tra Francesca Pascale, ex decennale di Silvio Berlusconi, e la cantante Paola Turci siano arrivate all’improvviso senza nessun coming out fa riflettere. Da una parte c’è chi pensa che le coppie omosessuali famose tendano a nascondersi e chi invece rivendica la privacy di una coppia che supera lo stigma del coming out. Ma il fatto rivela che le donne tendono meno a unirsi nelle unioni civili.
I tempi probabilmente sono cambiati, fare coming out non si usa più. La libertà di decidere con chi stare e chi sposarsi non deve passare per forza da una dichiarazione pubblica. Nel caso delle donne però questa evoluzione non è passata da un boom di unioni e manifestazioni pubbliche come nel caso degli uomini che più hanno voluto sottolineare per uscire allo scoperto con un coming out. “Non ho intenzione di farmi influenzare dai giudizi altrui e rinunciare ad avere le relazioni che voglio con le persone che scelgo” aveva dichiarato la cantante sentendosi libera di amare chi vuole.
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La mancanza di diritti disincentiva le coppie di donne a unirsi civilmente
Le nozze tra Turci e Pascale segnano l’effettività della cosa. Come scrive il Corriere della Sera “rivendica il diritto a non dover spiegare né giustificare chi si è, senza però cedere di fronte all’omofobia e alla paura che nel passato hanno spinto molte coppie a rimanere nell’ombra o nel conforto del non detto”. In Italia però le donne che si uniscono in matrimonio o in unione civile sono la metà rispetto agli uomini.
Le unioni tra donne sono dunque una minoranza nella minoranza: più del 60% dall’approvazione della legge Cirinnà sono unioni civili tra uomini. Il problema è che in Italia le unioni civili scarseggiano proprio per la mancanza di diritti riconosciuti a queste coppie, dalla genitorialità all’adozione. Le unioni civili non sono veri e propri matrimoni e questo disincentiva le coppie a fare il grande passo, soprattutto tra donne.